Brano: [...]fasciste; gli scioglimenti d’autorità dei consigli comunali e provinciali messi in atto dai prefetti già nel 1921, e quindi la generale offensiva del 1923 contro le amministrazioni locali rette dai partiti antifascisti (offensiva largamente documentata da Giacomo Matteotti che, in quel periodo, era anche uno dei principali esponenti della Lega) misero in crisi l’organizzazione appena affermatasi e ancora incerta sul metodo d’azione.
Spenta la Lega dei Comuni, l’Associazione (unitaria) dei Comuni che l’aveva preceduta prese forza, fu fascistizzata e divenne un docile strumento della dittatura. D’altra parte, diversamente dalla Confederazione generale del lavoro (v.) e persino dal movimento cooperativo che in qualche modo potè risorgere all'estero, una volta compiuta la conquista fascista dello Stato la Lega dei Comuni non poteva resistere nemmeno clandestinamente.
La rinascita
Sopravvisse però la sua tradizione, come testimoniò il dibattito sviluppatosi attorno ai problemi dell’articolazione dello Stato, sia pure marginalmente, nell’ambito dei partiti antifascisti e nel raggruppamento di « Giustizia e Libertà ». Dibattito che acquistò infine un peso maggiore nella misura in cui i partiti poi confluiti nel Comitato di liberazione nazionale si posero il problema dello Stato postfascista. Dopo la seconda guerra mondiale sorsero alcune organizzazioni locali e vide la luce una nuova stampa autonomistica s[...]
[...]isti e nel raggruppamento di « Giustizia e Libertà ». Dibattito che acquistò infine un peso maggiore nella misura in cui i partiti poi confluiti nel Comitato di liberazione nazionale si posero il problema dello Stato postfascista. Dopo la seconda guerra mondiale sorsero alcune organizzazioni locali e vide la luce una nuova stampa autonomistica specializzata, edita soprattutto dai partiti di sinistra: d’Azione, socialista e comunista. Tuttavia la Lega dei Comuni non potè ricostituirsi che dopo il referendum istituzionale, anche perché le elezioni amministrative rinnovarono i consigli comunali grado a
grado, nella primavera e nell’autunno del 1946. Ma le questioni politiche generali sovrastavano ancora: scelta direttamente dal popolo la forma istituzionale dello Stato, rimaneva da decidere la sua configurazione al livello locale o intermedio. Dopo la Costituente, nel clima di scissione determinato dall'allontanamento delle sinistre dal governo ma consolidatasi l'unità dei socialisti e dei comunisti nelle amministrazioni delle principali città del C[...]
[...]lo Stato, rimaneva da decidere la sua configurazione al livello locale o intermedio. Dopo la Costituente, nel clima di scissione determinato dall'allontanamento delle sinistre dal governo ma consolidatasi l'unità dei socialisti e dei comunisti nelle amministrazioni delle principali città del CentroNord e in circa un terzo dei comuni rurali, verso la fine del 1947, mentre si procedeva alla costituzione del Fronte Popolare, sorse a Milano la nuova Lega dei Comuni democratici che incluse nei suoi organi direttivi esponenti di gruppi minoritari cattolici e repubblicani.
La rinnovata associazione (divenuta Lega dei Comuni democratici, delle Regioni, delle Provincie e degli Enti minori) opera tuttora come centro coordinatore delle istanze e dell’operosità autonomistica delle forze del movimento operaio di classe, ispirandosi a un programma che ha la sua radice nella Resistenza antifascista.
Al V Congresso di Bologna (aprile 1968) l’organizzazione, mantenendo e ribadendo il suo programma di attuazione integrale dei principi della Costituzione repubblicana, ha modificato il suo statuto, si è denominata Lega per l’autonomia dei Poteri Locali e ha posto l’accento sullo sviluppo della democrazia di base.
E.Sa.[...]
[...]zione, mantenendo e ribadendo il suo programma di attuazione integrale dei principi della Costituzione repubblicana, ha modificato il suo statuto, si è denominata Lega per l’autonomia dei Poteri Locali e ha posto l’accento sullo sviluppo della democrazia di base.
E.Sa.
Bibliografia: Direzione del P.S.I., I Congresso nazionale dei consiglieri comunali e provinciali socialisti, Roma, 1910; Antonio Campanozzi, Il primo anno di esistenza della Lega dei Comuni socialisti, in « Almanacco Socialista », 1918; Giacomo Matteotti, Un anno di dominazione fascista, Roma, s.d., 1924; Alberto Malatesta, I socialisti italiani durante la guerra, Milano, 1926; Gabriele De Rosa, Lotta per le autonomie comunali nell’attività deU’ANCI (dalle origini al fascismo), Roma s.d., 1961; Luigi Ambrosoli, Né aderire né sabotare 191518, Milano, 1961; Michele Lanzetta, La Lega nazionale dei Comuni democratici, in « Almanacco socialista », 1962.
Lega Musulmana
Movimento politico a sfondo prevalentemente religioso (maomettano), creato nel 1906 da Mohammed Alì Jinnah per [...]